Atmosfera chic e omaggio all’Olanda in via Marghera. La mia recensione sul Corriere

A Tavola

Dopo quasi un anno dall’apertura, il cuoco italo-olandese Eugenio Boer continua a stupire con il suo Essenza (via Marghera 34, tel. 02.49.86.865), un nido accogliente (30 coperti con dehors) e molto poco milanese. La cucina minimalista è ricca di rimandi alle origini dello chef. A preannunciarlo i sontuosi amuse bouche di benvenuto: bitterballen di pollo e senape dolce come tributo all’Olanda; la tartare di salmerino come citazione di Norbert Niederkofler e la chips di risotto alla milanese e oro, omaggio a Marchesi. Da provare il cervo (quasi crudo) con salsa di mirtilli. Da 50 euro.

Pesce freschissimo e cucina essenziale alla Risacca 6. La mia recensione sul Corriere

A Tavola

Per 30 anni la clientela, gente famosa, ha offuscato la cucina di questo ristorante. Invece alla Risacca 6 (via Marcona 6, tel. 02.55.18.16.58) l’offerta è di alta qualità. Pippo, il patron, si impegna a raccontare ai clienti la sua cucina di pesce davvero essenziale e gratificante. Niente cuochi stellati, ma una spesa che arriva da Micozzi, il banco più blasonato del mercato ittico cittadino. Ed ecco la catalana di crostacei e pomodorini, i tagliolini nelle varianti di mare, il pescato e, perla di stagione, lo scampo ben tornito con scaglie di sontuosi ovoli. Da premiare, il nuovo elegante bar con saletta privata. Conto da 60 euro.

Maionese di anguilla indivia caramellata e da bere 70 tipi di gin. La mia recensione sul Corriere

A Tavola

Altro che distilleria, la cucina al The Botanical Club (via Pastrengo 11, tel. 02.36523846) è performante, come un fuoristrada di ultima generazione. Uno dei patron di questo locale molto londinese è Alessandro Longhin che dice: «Il nostro gin è quasi pronto, siamo agli ultimi assaggi». Nel frattempo, deliziatevi con una cucina della scuola di Matias Perdomo: indivia caramellata, maionese di anguilla, limone salato e pistacchio o il piatto più vicino alla perfezione, linguine di grano duro, vongole affumicate e pomodorini confit (13 euro). Volendo, si pasteggia a gin tonic (ne servono più di 70).

IL ROSSO DI MAZARA ILLUMINA IL MENU DEL GIOVANE GRAGNANO. LA MIA RECENSIONE SU A TAVOLA DEL CORRIERE DELLA SERA

A Tavola

La buona liason tra il patron Antonio Tomaino e il giovano cuoco Luca Gragnano sono il presupposto del successo di Glauco (via Maiocchi 29, tel. 02.20.24.19.73, chiuso domenica). Il locale di mare aperto solo alla sera, ma fino alle 24, è da poche settimane uno dei primi a Milano ad avere in carta, oltre a crostacei di ogni tipo, il leggendario «Rosso di Mazara», che non è un vitigno siculo, ma un gambero dalla dolcezza commovente, uno dei pochi surgelato a bordo a -50 gradi. Paste fresche corrette e un cestino del pane da Oscar. Costo medio, 50 euro esclusi i vini. Parcheggio custodito e gratuito.

UNO SPUNTINO IN MEZZO AI LIBRI IN VIA SAVONA. LA MIA RECENSIONE SU A TAVOLA DEL CORRIERE DELLA SERA

A tavola

Gogol & Company (via Savona 101, tel. 02.45.47.04.49) potrebbe essere solo un magnifico indirizzo per bibliofili alla ricerca di editori rari, ma i proprietari hanno arricchito una delle ultime librerie indipendenti trasformandola in un luogo di cultura e ristoro: dalle brioche doppio burro (riempite al momento), al tagliere di formaggi di capra del Boscasso, dal centrifugato di frutta, alle insalate greche. E poi, la birra artigianale, gli yogurt, i bagel e i taglieri con salumi di buona concezione e provenienza. Probabilmente piacerebbe al grande scrittore russo. Da 5 euro. Chiuso il lunedì, aperto dalle 9 alle 22.

PIATTI VEGETARIANI A CHILOMETRO ZERO IN CORSO MAGENTA. LA MIA RECENSIONE SUL A TAVOLA DEL CORRIERE DELLA SERA

A Tavola

Prima colazione, pranzo e merende vegani e vegetariani. Da Verdi’s (corso Magenta angolo via Nirone 2, tel. 02.89.09.10.55), risto-shop artigianale ideato da Silvia Maltoni, la linea guida è il wellness food, basato su menu stagionali, dal riso Venere con pesto estivo pomodorini secchi e mandorle, alle tartare vegane con fiori di zucca e tofu e all’insalata con stracciatella di burrata. Tutto arriva da piccoli produttori di Lombardia. Da bere birra artigianale o vini da Oltrepò, Mantovano e Franciacorta. Oltre a succhi di frutta e verdura e alla versione italiana del mojito, il Verdito. Piatti tra i 5 e gli 8 euro.

A BRUGHERIO VERA CUCINA EMILIANA E CONTO MIRACOLOSO. LA MIA RECENSIONE SU A TAVOLA DEL CORRIERE DELLA SERA

A Tavola

Il caso Tilde e Raul (Brugherio, viale Lombardia 295, tel. 039.88.3169) metterebbe in crisi ogni critico: svelare ai lettori una grande scoperta o tenere segreto il prezioso indirizzo? Vince il senso del dovere. Autentica cucina di stampo emiliano, con tanto di sfoglia tirata a mano dalla Tilde. Ne escono tagliatelle, lasagne, cannelloni, gnocco fritto. Non sono da meno per bontà salumi superbi, costine di maiale, spalla cotta, le crostate di frutta. Nulla di scritto, il figlio Raul vi spiegherà tutto a voce: è sempre lì, la trattoria non chiude mai. Ultimo miracolo il conto: raramente supera 20 euro.

CARNE ORIENTALE CON ACETO DI MODENA: LA SFIDA DEL RATANA’. LA MIA RECENSIONE SUL CORRIERE

A Tavola

A Milano impazza la cucina orientale, ma per comprenderla a fondo è d’obbligo accompagnare le degustazioni con un assaggio culturale, come oggi al Ratanà (via De Castillia 28, tel. 02.87128855) . Cesare Battisti, cuoco di casa, noto per la magnifica costoletta alla milanese, si esibisce lavorando la pregiata carne wagyu proveniente dal bovino nero allevato nella prefettura giapponese di Miyazaki, che si vuole affiancare alla già nota prefettura di Kobe. La sfida sarà sposare il taglio prezioso all’aceto balsamico tradizionale di Modena, invecchiato vent’anni. Ricco menu a 60 euro, vini compresi.

Su A Tavola del Corriere della Sera vi racconto del bistrot mediterraneo “Esco” di Francesco Passalacqua

La mia recensione su “A Tavola” del Corriere della Sera di oggi vi racconta di “Esco”, bistrot mediterraneo con focacce gourmet e classici dello chef Francesco Passalacqua.

C’era molta attesa per l’apertura di Esco (via Tortona 26, tel. 02 8358144) di Franscesco Passalacqua, cuoco dell’ex Pane e Acqua dove ha già dimostrato alla città di saperci fare. Nel regno del design, mancava la formula bistrot mediterraneo chic e l’allure francesizzante sostenuta da un gran lavoro sul concept.

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