Toscana signorilità
Tra i commensali più interessanti conosciuti in queste settimane c’è un gentiluomo di buone maniere, di ottima conversazione, dotato di un guizzo seducente negli occhi verdi da ragazzo, verde Maremma. È lì che produce uno dei più blasonati e grandi rossi del Pianeta come il Lupicaia: il cavalier Gian Annibale Rossi di Medelana, titolare del Castello del Terriccio; cenare con lui è stato un privilegio. La sua conversazione è brillante e scandaglia in profondità temi storici, letteratura, enologia (of course), arte, storie vissute (come i tre mesi passati in gioventù lavorando in una miniera australiana) e storie equine. Assaggiare assieme a lui, nella sala della Veranda al Four Seasons di Milano un sorso di Lupicaia 2009 alternato a un boccone di capriolo dello chef Marco Veneruso (alteego di Vito Mollica) è beatitudine. Quanto è raro che un produttore non vi sfianchi parlandovi tutta la cena delle proprie etichette. Questo è savoir vivre. Una questione di signorilità. Allora della sua azienda parliamo noi: 1.700 ettari nella Maremma settentrionale (in provincia di Pisa) baciati dalla brezza marina, coltivazioni di cereali, le vacche limousine, i cavalli con dieci fattrici pluripremiate di sella italiano, 12mila piante di ulivi delle più varie cultivar. E per ultimi, ma solo per snobismo, i vigneti. Tassinaia, Con Vento, Rondinaia, Capannino e Castello del Terriccio. A mano a mano che le vendemmie si succedono i proprietari delle vigne assomigliano al loro vino. Il cavaliere è il Lupicaia: 2009 cabernet sauvignon 85%, merlot 10%, petit verdot 5%. Grande incontro. E di soddisfazione, soprattutto dopo aver riconosciuto un tocco mentolato che il cavaliere conferma provenire da alberi di eucalipto adiacenti alla vigna.