Sul Corriere della Sera la mia recensione sulla mostra fotografica Terra di Risaie
«Sono partito dal tema di Expo, ho messo insieme i miei viaggi, le persone che ho incontrato e poi mi sono ritrovato nella mia terra. Comun denominatore il riso, il cibo della condivisione per eccellenza. A qualsiasi latitudine mi trovassi, i chicchi mi hanno sempre riportato con la mente a casa, parlavano dello stesso amore, della stessa fatica di quelli seminati da secoli nella mia terra», dice il fotografo pavese Graziano Perotti. È lui l’autore degli scatti della mostra «Terra di risaie» (che è anche un libro realizzato a mano in cento copie), allestita con l’aiuto del Comune nel Castello Sforzesco di Vigevano (Strada Sotterranea, ingresso gratuito; da martedì a venerdì ore 14-17.30, sabato, domenica e festivi 11-13 e 15-18.30; info Iat Vigevano 0381.690269 e Infopoint del Castello 0381. 691636). Siamo nel distretto Lomellina, terra padana tra Sesia, Po e Ticino. Le foto celebrano uno dei protagonisti di Expo: un’area del Padiglione Italia sarà dedicata alla produzione di riso a Vigevano e dintorni. Nelle immagini c’è anche la storia, come il dormitorio delle mondine, che ricorda un lavoro duro e mitico per le lotte legate all’emancipazione femminile. Perotti, autore di reportage sociali da ogni parte del mondo, documenta con sapienza un territorio plasmato dall’uomo, simile ad altri lontani migliaia di chilometri, ma con una sua peculiare identità. L’Italia è il primo produttore europeo di riso, alimento fondamentale per oltre la metà della popolazione del pianeta. Pochi altri ingredienti possiedono tanti significati oltre a quelli legati al nutrimento. Il riso, coltivato in Cina fin dal sesto millennio prima di Cristo, è stato a lungo considerato quasi una divinità. Indice di fertilità e rinascita. In molte culture il riso ha un’anima che va accudita come un nume domestico, o scandisce le fasi della vita come in India, dove il primo giorno di scuola viene offerto alla dea della sapienza. E da noi, il lancio dei chicchi è beneaugurante ai matrimoni.
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Corriere della Sera 22 febbraio 2015